Ecco che cosa abbiamo visto in questo inizio di 2014:
Al Beaubourg - ci piace sempre chiamarlo così - (fino al 3 marzo) la mostra
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Meret Oppenheim: «Ma gouvernante», 1936 |
Curata da Didier Ottinger, la mostra traccia una storia dell'oggetto surrealista, a partire dell'invenzione del ready-made di Marcel Duchamp, ma spingendosi fino a oggi, passando per Mirò e Mona Hatoum, dalla Poupée di Hans Bellmer a Cindy Sherman.
Opere meravigliose, discontinuo l'allestimento, non ho ben compreso il senso della mostra stessa.
La mostra è completata dal bellissimo libro-oggetto Dictionnaire de l'objet surréaliste.
Modernités plurielles (Multiple Modernities) 1905-1970 presenta invece un nuovo allestimento della collezione permanente, che mette a fuoco un vastissimo campionario di esperienze da ogni parte del mondo, dalle installazioni alla foto e video , all'arte applicata e architettura.
Di grande interesse la collezione permanente, dai monumenti medioevali all'Unité d'habitation di Le Corbusier.
Tra le mostre nella gallerie private ci piace segnalare Map with a view - Géométrie de l'enfermement di Laure Tixier alla Galerie Polaris.
Una serie di motivi astratti si rivelano essere le mappe di altrettante prigioni di tuttto il mondo.
Tra i libri comprati segnaliamo il preziosissimo manuale della giornalista Cècile Briand
e tra i dischi quelli di Ibrahim Maalouf