DUBUFFET E L’ART BRUT. L’arte degli outsider
La sezione dedicata a Dubuffet presenta una panoramica del suo lavoro di artista, insieme a un corpus di materiale documentario: libri, cataloghi, lettere, manifesti e fotografie volto a introdurre il visitatore alle opere degli autori di Art Brut e le loro opere, che egli non smise mai di collezionare. Non ci si aspetti dunque una mostra di e su Dubuffet, come quella al MUCEM di Marsiglia nel 2019 [di cui rendiamo conto in MTNZ #12.12]
Una mostra di non grandi dimensioni ma con una quantità di esempi
più che sufficienti per far comprendere la portata dirompente di questi artisti
autodidatti ma non per questo da considerare dilettanti, che creavano senza
preoccuparsi né del giudizio del pubblico né dello sguardo altrui. Per molti l’impegno
nella produzione artistica investiva l’intera loro esistenza portandoli a concepire
universi, spesso enigmatici, non destinati ad altri che a loro stessi. La
storia personale e il rapporto con la società hanno profondamente influito e
caratterizzato la produzione artistica di questi autori, molti internati in un
ospedale psichiatrico o comunque con percorsi esistenziali patologici.
L’esposizione presenta in un
primo spazio un corpus di opere e di documenti che collocano in una prospettiva
storica l’invenzione del concetto di Art Brut, relativamente al lavoro di Jean
Dubuffet quale artista, scrittore e collezionista. A seguire
una selezione di opere provenienti dalle sue esplorazioni attesta l’ampiezza e
la qualità delle sue ricerche in questo campo e quindi creazioni artistiche
provenienti dai cinque continenti legate alle tematiche del corpo e delle
credenze, entrambe ricorrenti nell’Art Brut e che entrano dunque in risonanza
con le collezioni del Museo.
Troviamo composizioni delle figure più
importanti e storiche dell’Art Brut Aloïse Corbaz, Adolf Wölfli, Carlo Zinelli,
Emile Ratier, Laure Pigeon Marie Bouttier, Madge Gill, Giovanni Battista
Podestà, Antonio dalla Valle e, tra chi ha affrontato le tematiche del corpo Guo
Fengyi, Giovanni Bosco, Giovanni Galli, Noviadi Angkasapura e Sylvain Fusco che ben rappresentano complessivamente
“la potenza estetica di lavori concepiti ai margini del mondo dell’arte da
creatrici e creatori autodidatti che dimostrano fantasia, ingegnosità, talento
e capacità che hanno acquisito da sé”.
[Due opere di Antonio Dalla Valle]
[Giovanni Bai, Ritratto di Antonio Dalla Valle]
IO E L'ART BRUT di Giovanni Bai
Già con MUSEO TEO ARTFANZINE
N° 14. OSSESSIONI - DICEMBRE 1998 eravamo entrati nel merito della salute
mentale (e avevamo pubblicato un lavoro di Marco Raugei). Due versioni della
mostra “Ossessioni" a Milano e "L'ossessione
dello spazio" all’Ex-Ospedale S.Salvi di Firenze in collaborazione con La
Tinaia.
MUSEO TEO ARTFANZINE N° 16. ON
THE EDGE. Percorsi del margine - NOVEMBRE 1999, realizzato con la
partecipazione del Laboratorio Adriano e Michele/S.Colombano
al Lambro, con le opere di Umberto Bergamaschi, Silvano Balbiani, Ruggero
Cazzaniello e il saggio di Bianca Tosatti “Perché Pollock non era interessato
all’Art Brut?”, è stato presentato all’interno della rassegna "Di-vertire,"
Istituto Fatebenefratelli, S.Colombano al Lambro MI.
Nel 2006 e 2007 Museo Teo
partecipa ad Art Verona ospite della sezione Outsider Art.
In MUSEO TEO ARTFANZINE # 25 -
IL LUME DELLA RAGIONE - MAGGIO 2008 il contributo di Luca Santiago Mora e Atelier
dell'Errore.
La mostra IL
MUSEO DEI MUSEI per il ventennale di Museo Teo al Lambretto Art Project ha
ospitato, tra le altre associazioni, Figure Blu, rappresentata da
Michele Munno e Paola Pontiggia, che ritroviamo in MUSEO TEO ARTFANZINE # 30 -
20+10=30 IL MUSEO DEI MUSEI - OTTOBRE 2011.
E, tornando al 2006, la partecipazione alla grande mostra Oltre la Ragione, Palazzo della Ragione, Bergamo.
Oltre la visione. Progetto di Giovanni Bai per la sezione cine-video della mostra "Oltre la ragione", con la collaborazione di Museo Teo
1. Lo sguardo patologico
del regista. Un video di Giovanni Bai come indice della mostra: breve
storia creativa dei rapporti tra cinema e psicoanalisi attraverso l'indagine
sullo sguardo del paziente nella storia del cinema che affronta problematiche
legate al disagio mentale (Produzione CESEM e Museo Teo), 2006, 11 minuti.
[AAVV., 11 settembre 2001; Woody Allen, Zelig; Flavia Alman, C.T.;
Pedro Almodovar, Donne sull'orlo di una crisi di nervi; P.T. Anderson, Magnolia;
John Cassavetes, Una moglie; Jonathan Demme, II silenzio degli
innocenti; Roberto Faenza, Prendimi l'anima; Francis Ford Coppola, Apocalypse
Now; Marco Tullio Giordana, La meglio gioventù; Alfred Hitchcock, Io
ti salverò; Andrei Konchalovsky, La casa dei matti; Achille Mauri -
Franco Rotelli, Fratelli d'Italia; Katsuhiro Otomo, Akira;
Roberto Rossellini, Europa 51; Ridley Scott, Blade Runner, Todd
Solondz, Happyness; Frédérick Wiserrnan, Titicut Follies]
2. Sguardi oltre. Proiezione di filmati e documentari all'interno della mostra. Sguardi inquieti. Gli artisti in mostra. Alain Bourbonnais, Henry Darger (Bruno Decharme), Pinot Gallizio (Monica Repetto e Pietro Bolla), Pietro Ghizzardi, Simone Le Carré-Galimard, Antonio Ligabue (Raffaele Andreassi), Emile Ratier, Judith Scott (Philippe Lesinasse) Oltre lo sguardo. La documentaristica italiana Alda Merini (Gianni Canova); Cibo da matti (Vincenzo Saccone/Racconti di vita); C.T. (Flavia Alman); L’osservatorio nucleare del sig. Nanof (Paolo Rosa/Studio Azzurro); Matintour (Claudio Misculin/Accademia della Follia); Socialmente pericolosi (Claudio Misculin/Accademia della Follia).