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MTNZ # 13.6 MASSIMO MELOTTI

MASSIMO MELOTTI (1950-2021)

È vero, non era facile scalfire la lastra di vetro dietro a cui si riparava, anche dopo quasi trent’anni di conoscenza, anche se quel vetro probabilmente lo avevo incrinato fin dal primo non facile incontro, nel 1992 in occasione di Post Human. Ne ebbi la certezza quando scoprii di essere citato nel suo libro: Vicende dell'arte in Italia dal dopoguerra agli anni Duemila. Artisti, gallerie, mercato, collezionisti, musei. Fu allora che appresi che era anche un sociologo, come me, e che non aveva neppure due anni più di me: eravamo quasi coetanei ma lo sentivo molto più autorevole, anche se non penso lo volesse far apparire.

E come non ricordare quella volta che attraverso i passaggi segreti del Castello ci portò direttamente dal suo ufficio nella mostra all’ultimo piano, sparendo subito dietro alla porticina, mentre l’allibito custode si chiedeva come ci fossimo materializzati in una sala un attimo prima vuota.

Meno di due anni fa l’ultimo incontro a Torino alle OGR – e sembrò un po’infastidito quando gli feci notare che ormai eravamo ufficialmente due pensionati, perché pensionato certo non si sentiva. E d'altronde neppure io. Ciao Massimo.

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