MTNZ #14.1 MILANO INVERNO PRIMAVERA ESTATE
[Molti appunti e qualche recensione]
La libertà e l'impegno
Operazione decisamente commerciale
con opere prive di qualsiasi interesse.
"Primavera 2023, il MUDEC di Milano presenta la mostra Muholi. A Visual Activist che in ogni sua immagine trasfigura il proprio corpo in dialogo con oggetti di uso comune per raccontare storie in maniera simbolica. Non si tratta certo di selfie e forse nemmeno di autoritratti, per questo mi piace mostrare come è lei nella vita reale. […] Nel suo libro L’autoritratto, che non a caso reca in copertina una immagine di Muholi, Natalie Rudd ricorda che «L’autoritratto nell’arte contemporanea è genere fluido. Alcuni, ad esempio, sembrano tutt’altro: My Bed, un’opera del ‘98 del Premio Turner Tracey Emin, rappresenta, attraverso una serie di indizi, un periodo parecchio difficile della vita dell’artista. Vediamo bottiglie vuote di alcolici, pacchetti di sigarette, preservativi, test di gravidanza, pillole contraccettive, fazzoletti usati: è la quintessenza del disfacimento»". [Giovanni Bai, Ritratto e autoritratto all’epoca del selfie. (Quasi un editoriale)]
È sempre una grande emozione vedere e rivedere le opere di
Bill Viola, che purtroppo non era presente. Avendo chiesto notizie sulla sua
salute ho avuto come risposta che "è vecchiotto": già, ha un anno più di me... [GB]
Yayoi Kusama ha 93 anni. Ci siamo persi per sold out la bella mostra
antologica di Berlino al Martin Gropius Haus. A Milano l'ex garage Traversi,
diventato la sede di Luis Vittuon è arredato e trasformato dai coinvolgenti
pois neri su fondo giallo dilatati da grandi sfere a specchio e nella piazza
San Babila le sue zucche giganti. Così la sede di New York e quella di Parigi
con in più Kusama robot che dipinge i suoi dot.
La grande vecchia si è prestata al marchio.
NdR: www.exibart.com
L'arte-di-yayoi-kusama-merita-di-piu-che-decorare-le-vetrine-dei-brand-di-moda
Il PAC prosegue la sua esplorazione
delle culture internazionali sulle tracce della contemporaneità con una mostra a
cura di Shihoko Iida e Diego Sileo che si propone di introdurci
alle diverse espressioni dell'arte contemporanea giapponese degli anni duemila,
concentrandosi in particolare sulle tendenze che coinvolgono i corpi degli
artisti, sugli elementi della performance, e sulle dinamiche e i movimenti ad
essa pertinenti.
In occasione della mostra, Fuyuki Yamakawa ha realizzato
la performance dal titolo "THE ART OF CORPORLY NOISES", omaggio agli intonarumori
e al manifesto futurista "L'arte dei rumori" di Luigi Russolo. Yamakawa ci fa
riflettere su quanto l'uso della tecnologia stia portando la voce oltre le
possibilità fisiche, e come l'intero corpo può diventare uno strumento musicale
tramite l'ausilio di sensori che trasformano gli stimoli in suoni. Per le sue
performance utilizza microfoni che registrano le vibrazioni attraverso le ossa
e uno stetoscopio elettronico per amplificare il battito del cuore.