Fino al 26 gennaio 2014 alla Sala delle Cariatidi di Palazzo
Reale è allestita la mostra "Rodin. Il marmo, la vita", dedicata ai marmi di Auguste Rodin,
realizzata in collaborazione con il Musée Rodin di Parigi.
Si tratta di sessantadue tra opere in marmo e bozzetti, tra
cui il famoso Bacio. A chi si chieda perché non ci sia l'opera più famosa, Il
Pensatore, è perché non è mai stato realizzato in marmo...
L'opera di Rodin è spesso associata a quella di Michelangelo
e il "non finito" di molte opere è sicuramente riconducibile alla
Pietà Rondanini. I grandi blocchi di marmo con cui ha realizzato la sua opera
sono stati paragonati dall'assessore Del Corno al prospicente Duomo, che
ricorda anche che "Non esiste infatti testo scientifico sulla vita e
l’opera di Auguste Rodin che non faccia un riferimento, almeno fugace, alla
Pietà Rondanini di Michelangelo, che nella storia dell’arte costituisce forse
la più emblematica rappresentazione del non finito, cifra importante della
rivoluzione linguistica della scultura moderna operata da Rodin"
Le opere in mostra sono una incredibile testimonianza della
capacità di Rodin di lavorare il marmo e di trasformarlo in un materiale
leggero e sensuale.
L'allestimento dello studio internazionale Bureau des Mésarchitectures — Didier Faustino, presentato come un tentativo riuscito di
ricostruire l'atelier di Rodin, si caratterizza tuttavia non solo per la
banalità ma per l'impossibilità di
fruire completamernte delle opere e anche della sala che le ospita.
A questo proposito riprendiamo il commento postato su FB
dalla collega e amica Giosanna Terrana, con cui abbiamo visto la mostra, e
che condividiamo totalmente:
"eccomi qui di ritorno dall'anteprima della mostra sul grande Auguste
Rodin!
Da quello che si percepiva in conferenza stampa, a proposito
dell'allestimento, e qui si sà che con le parole, con la comunicazione, tutto è
possibile...ci si immaginava una scenografica "Sala delle Cariatidi"
che "avrebbe" dovuto "ricreare l’idea dell’atelier in cui Rodin
produceva i suoi capolavori, insieme ai suoi assistenti, e per creare un
dialogo forte con lo spazio architettonico della Sala delle Cariatidi"
(cita il comunicato stampa) utilizzando il rosso pompeiano e l'oro, con
protagoniste 62 meravigliose sculture in marmo bianco in arrivo dal Musée Rodin
di Parigi. Ullallà! E invece....entri e ti ritrovi davanti ad una serie di
impalcature (tubi Dalmine) di colore rosso pompeiano sì! e l'oro? ma certo gli
snodi per sostenere il tutto. Le sculture messe in fila tra loro su lunghe assi
di legno grezzo, corridoi da percorrere solo da un lato... già perché le
sculture non si "osservano" a 360 gradi vero? A corollare questo
"economico" allestimento, progettato dallo studio internazionale
Bureau des mésarchitectures — Didier Faustino, che sicuramente farà rivoltare
il Grande artista nella tomba, teli di lino bianco che scendono come a voler
creare una scenografia minimale ed essenziale (omaggio ad Ettore Scola...ma che
ciazzicca Scola con Rodin!) sì, ma che purtroppo nascondono sia la bellezza
straordinaria, a tutto tondo, delle opere...c he il fascino imponente della
Sala delle Cariatidi.
Sicuramente le sculture andavano bene illuminate e, fin qui,
è stato raggiunto lo scopo.... ma che peccato! per la sensualità e l'erotismo
che si percepisce dal bianco e levigato marmo bianco di queste meravigliose
opere di August Rodin!".