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MTNZ #10.7 BRUXELLES

«È facile farsi un'idea sbagliata di Bruxelles. La si immagina come una città di tecnocrati (...) e si dà per scontato che sia nuova, costruita, o perlomeno sviluppata espressamente per quello. Invece, Bruxelles è antica, una particolare antichità europea che si manifesta nella pietra e che pervade le case e i quartieri. (...)  Ha i suoi vantaggi: per prima cosa la gente non bada al colore della pelle come in America». (Teju Cole, Città aperta, Einaudi, 2013)

Bruxelles non è solo una città molto bella, ma è anche un luogo dove è piacevole stare: basta evitare la Grand Place e le vie limitrofe.  Il clima non è propriamente favorevole e quindi gli abitanti di Bruxelles quando c'è un po' di sole si riversano nella strade e nelle piazze, nei parchi e nei caffé all'aperto. Contrariamente a quanto dicono i francesi, i belgi che ho incontrato sono intelligenti e simpatici: il melting pot ha dato i suoi frutti e ci sono in giro pesone molto belle.



Piazze pedonali in varie zone della città, tantissimi locali e ristoranti e strana gente come il pittore di paesaggi con il suo carretto in Place Ste-Catherine. 
Inutile dire che le auto si fermano ai passaggi pedonali, che le biciclette possono andare contromano nei sensi unici e che l'attenzione alla comunicazione e alla grafica è testimoniata sia dal lavoro del pittore di insegne che in situazioni come l'Hotel Pantone. Hotel Pantone.














Bruxelles viene descritta come la nuova capitale dell'arte contemporanea, che starebbe scalzando il ruolo di Berlino. Cominciamo l'analisi del sistema  museale con i  Musées Royaux de Beaux Arts: la struttura e l'allestimento non sono il massimo, ma la sola sala dedicata ai Bruegel vale il  viaggio, a prescindere da cozze e cioccolato. Le Tentazioni di Sant'Antonio di Bosch  e il Marat di David completano il quadro.



    

Nella sezione moderna  le mostre di Courbet, Kandinsky e Jean Fabre.


Parte integrante dei Musei Reali è anche il Musée Magritte: il custode che manovra l'ascensore che vi porta all'ultimo piano - da cui inizia la visita - attira la vostra attenzione su di un piccolo quadro che rappresenta dei piedi. Man mano che l'ascensore sale si visualizzano le altre parti del corpo nudo di una donna, dal sesso al seno, al viso che compare all'uscita; ed è allora che il custode vi presenta Georgette, la moglie di René. 


 

Anche  lo spazio  Bozar (per chi non conosce il francese è la trascrizione fonetica di Beaux Arts) è parte integrante dei Musei Reali: un edificio di Horta dedicato alla produzione contemporanea, sono in corso le mostre dedicate a Giorgio Morandi e Michelangelo Antonioni, alla Giovane Arte Belga, alla produzione di una scuola d'arte, MAZAR e la  installazione/performance di On Kawara One Million Years.





On Kawara, One Million Years
L'impronta di Horta è presente in tutta la città e comunque imperdibile è il museo a lui dedicato.

Sicuramente il posto più interessante è il centro culturale Wiels, ospitato in un ex-birrificio nell'omoniomo quartiere. Tre piani di mostre, tra cui la più interessante Film as Sculpture,
ma soprattutto un luogo piacevole dove stare, leggere, mangiare e bere qualcosa. Lo spazio a piano terra con grandi vetrate e i tavoli tra gli alambicchi di rame dovrebbe essere di esempio a consimili, ma purtroppo non all'altezza, spazi milanesi.













Bruxelles è considerata anche la capitale mondiale del fumetto: un centro come il  Centre Belge de la Bande Dessinée, ospitato in vecchi magazzini, capolavoro dell'Art Nouveau di Victor Horta, numerose librerie specializzate e un percorso urbano tra grandi murali/BD.



E d'improvviso una domenica pomeriggio, in una piccola piazza che ospita una meravigliosa scultura di Wim Delvoye scoprire  che è in corso di svolgimento un Techno Party, con le famiglie anche di immigrati che fanno pic-nic, i poliziotti che si bevono una birra/free-drink mentre aleggia nella piazza uno strano e piacevole profumo.